“Il Boulevardier non si fa così, bisogna farlo Stir&Strain”. “In quella scuola di formazione sono tutti degli asini”. “Quelli delle associazioni sono vecchi e usano metodi retrogradi”. “Quello è famoso perché è raccomandato, l’altro grazie ai social, non sa lavorare, io sono decisamente meglio”. “Quello si definisce un mixologist, ma non è capace di fare un americano”... Nel mondo dell’
Hospitality bar, oggi, se ne sentono di ogni. Le nuove generazioni di
professionisti sono sempre più invidiose, arroganti, presuntuose e spesso hanno come unico obiettivo quello di
apparire sminuendo gli altri e inseguendo solo il proprio tornaconto personale. Un mondo pieno di “so tutto io” che raffigura a pieno l’andamento dei
social e il fenomeno del “mago della tastiera”.
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